Nessun limite di genere dovrebbe frapporsi nell’inseguire i propri sogni. Qualunque cosa vogliate fare, sognate sempre in grande care ragazze.
8 marzo, festa della donna. Il solito rituale scontato sarà celebrato; un altro mazzetto di mimose verrà venduto, un altro mazzetto di banalità.
Quando, piuttosto, il mondo acquisirà la consapevolezza su cosa realmente è cambiato, cosa è rimasto uguale, cosa è peggiorato, relativamente alle disuguaglianze di genere?
La premessa
La disparità di genere è ancora da considerarsi un problema strutturale nella società odierna; ogni anno il bilancio di genere sembra essere sempre più negativo e le libertà conquistate faticosamente dalle donne nel tempo sembrano essere rimesse in causa: ancora vittime di violenza fisica e sessuale, ancora vittime di stereotipi di genere, ancora vittime di discriminazioni sul mondo del lavoro.
Tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile che l’ONU si è prefissato di raggiungere entro il 2030, il numero 5 è dedicato alla “gender equality”. In molti paesi in via di sviluppo le disuguaglianze colpiscono le bambine sin dalla nascita. L’essere donna farà si che vengano perseguitate per il resto delle loro vite: dalle spose bambine alle mutilazioni genitali, alla mancata possibilità di avere assistenza sanitaria e un’ adeguata istruzione, privilegio, quest’ultimo, tutto maschile che le imporrà di rimanere in uno stato di ignoranza e quindi di inferiorità a vita.

La parità di genere è «una necessità assoluta»: innanzitutto perché è un diritto, ma anche perché la parità corrisponde a una maggiore competitività e prosperità dei paesi dal punto di vista economico. Donne sane e istruite avranno bambini più sani e più istruiti e questo crea un circolo virtuoso per la comunità o per il paese. Senza dimenticare che il numero di talenti aumenterebbe a dismisura visto che le donne rappresentano più della metà della popolazione mondiale.
Oggi si è certamente raggiunta la percentuale più alta di “donne in carriera” ma il numero delle lavoratrici è notevolmente minore a quello dei lavoratori.
Qualche dato
Nei paesi sviluppati la disparità di genere è infatti ancora fortemente sentita nel mercato del lavoro e nella distribuzione della ricchezza, oltre che disparità in ambito politico ( rappresentanza): secondo alcune ricerche, la parità nel mondo del lavoro ( in termini di livello occupazionale, parità salariale, leadership) , è arrivata al 60 % e i miglioramenti dal 2006 ad oggi sono stati minimi (mostrano cioè solo un +4% per cento rispetto al 56 % del 2006, quando venne fatta la prima misurazione). Di questo passo ci vorranno 81 anni prima che ci sia a livello mondiale una vera e propria parità tra i sessi nel settore economico e lavorativo.
Più della metà della popolazione mondiale è rappresentata da donne e avere un maggior numero di donne che partecipano al processo decisionale significa anche prendere decisioni che tengano conto delle esigenze di un segmento più ampio della società e ottenere quindi dei risultati che interessano un maggior numero di persone in generale.
Care ragazze, purtroppo la strada per la parità è ancora lunga da percorrere, ma ad oggi sono tanti gli esempi di donne coraggiose che hanno saputo riscattarsi e affermarsi in numerosi e diversi ambiti come quello politico , scientifico, letterario, sportivo; donne di grande intelligenza e talento che hanno saputo sconfiggere qualsiasi stereotipo di genere come Rita Levi Montalcini, Michelle Obama, Hilary Clinton, Malala Yousafzai, Serena Williams, e che devono rappresentare per noi una grande ispirazione nel raggiungere i nostri sogni e diventare chiunque noi vogliamo.
Ricordatevi, care ragazze, in un mondo che ahimè indossa ancora solo una giacca ed una cravatta, di avere sempre la forza e il coraggio di imporre la vostra personalità.

“Non aspettare che qualcun’ altro arrivi e parli al posto tuo. Tu puoi cambiare il mondo” -Malala Yousafzai ( attivista pakistana, la più giovane vincitrice del Premio Nobel per la pace)
AIESEC come organizzazione mondiale e nazionale è grande sostenitrice delle pari opportunità di crescita e di carriera. Siamo fieri di poter dire che chiunque in AIESEC può avere la possibilità di ricoprire una posizione ai vertici della nostra associazione e contribuire alla crescita del nostro paese e del mondo, non importa se uomo o donna.
Benedetta Turrin, Presidente di AIESEC Italia, ha voluto affrontare l’argomento della leadership femminile in un video che abbiamo deciso di proporvi in questo blog:
Il messaggio finale che volgiamo dare a voi donne in tutta Italia è di mettervi in gioco, non accontentatevi di quello che avete, fate in modo che la vostra ambizione e le vostre passioni siano la guida delle vostre azioni. Viaggiate, lavorate, scoprite senza paura cosa sapete fare meglio. Solo cosi potrete affermarvi e raggiungere i vostri obiettivi.
Scoprite come potete sbloccare il vostro futuro su aiesec.it