Piccolo esercizio introduttivo. Chiudete un attimo gli occhi e pensate: qual è stata l’ultima persona che mi ha detto che la vita è perfetta? Esatto, probabilmente non lo ha mai fatto nessuno.
Ma poi, la vita può davvero essere perfetta?
Nessuno si arrischierebbe in una dichiarazione del genere, nessuno che abbia un po’ di esperienza su come funzionano le cose di questa esistenza; che inizia come un foglio bianco, e poi riempiamo di progetti, editiamo, stropicciamo un po’, cancelliamo, esponiamo agli occhi di qualcuno solo per avere conferma che il risultato prodotto non sia davvero così male.
Purtroppo no, la vita non è mai perfetta, e cosa lo è, dopotutto. Ma forse si tratta proprio di uno dei suoi pregi migliori, questa pecca nell’essere infallibile ed inesauribile fonte di soddisfazioni. Pensateci su un momento: quando riusciamo in qualcosa, quando raggiungiamo un traguardo o riceviamo un premio per un obiettivo raggiunto, ne siamo felici in un modo che difficilmente si replicherebbe se rientrasse nella norma. L’elevazione del cuore al di sopra delle difficoltà passate, il respiro molto più rapido del solito, le mani tremanti di impazienza e la gola vibrante, sono tutti segnali di qualcosa di straordinario e incessantemente sognato, la meraviglia della vita che si scopre su un lato inaspettato, incredibile e desiderabile. E tutto ciò accade perché nulla è perfetto, e ogni giorno è uno sparo nel buio, il tempo è pieno di sfide e non sappiamo mai a priori se ne usciremo vincitori, o magari un po’ ammaccati.
Ecco allora l’importanza delle delusioni: prove che formano lo spirito, ogni tentativo mancato, andato a vuoto, è una lezione da cui trarre qualcosa, la storia che racconteremo la prossima volta, il ricordo che analizzeremo di notte ad occhi chiusi, il cruccio contro cui combatteremo, la piccola punta di vergogna e rabbia che ci farà arrivare più lontano al prossimo lancio, finchè non saremo completamente soddisfatti del risultato.

Le delusioni sono l’ombra da cui emergere, lo spazio sotto la superficie da cui emergere e respirare a pieni polmoni, la musica di sottofondo poi coperta dall’assolo delle virtù che prendono forma negli involucri dei nostri sogni. Ognuna di esse è una cicatrice che assomiglia a una medaglia, e non dovremmo mai tormentarci troppo se sembra che abbiano sempre la meglio sul nostro umore: reagire dovrebbe essere la norma, e davvero si tratta solo di scegliere se davvero valga la pena inseguire lo spettro inconsistente di una vita che perfetta non lo sarà mai, o magari non sia meglio rimboccarsi le maniche e rispedire tutte le sconfitte nel posto in cui dovrebbero sempre stare.
Nel passato, prima di un incredibile futuro.