L’università è più di un luogo: rappresenta una parte della nostra vita, dove cresciamo, ci formiamo sia culturalmente che umanamente, conosciamo gente estremamente diversa. In due parole è quel ponte che collega l’adolescenza, dove si sperimenta tutto e il contrario di tutto, e l’età adulta, dove sperimentare probabilmente è il discrimine tra una vita stimolante o una vita passata ad inseguire scadenze, routine, far contenti gli altri e in cui difficilmente si riesce a trovare tempo per se stessi. Dunque, durante gli anni dell’università si è già un minimo experienced ma allo stesso tempo si ha ancora tempo per ampliare la gamma di ciò che costituisce la propria personalità!
Ovviamente non tutte le esperienze costituiscono valore aggiunto alla propria persona, anzi talune hanno ben poco di produttivo. In questo breve articolo, sulla base dell’esperienza personale di chi scrive e di molta altra gente conosciuta negli anni, proviamo a delineare alcune cose da provare assolutamente tra lezioni e studio per crescere dal punto di vista personale.
Conoscere un sacco di gente
Questo è senz’altro un qualcosa che buona parte di noi fa naturalmente all’università. Le amicizie e i rapporti possono anche nascere quando non hai colto cosa volesse dire quello strano concetto del prof per poi scoprire che il tuo vicino di posto ne ha capito quanto te, se non addirittura meno! Tuttavia, a chi non è mai capitato di provare l’antipatia a pelle? E’ naturale, più o meno come il pregiudizio che è innato verso qualcosa che non si conosce e non corrisponde al 100% alle nostre visioni. Bene, è proprio là che spesso si può trovare qualcosa che può restare. Quando ci interfacciamo con qualcosa che va oltre i parametri cui siamo abituati. Sviluppare la capacità di discussione con quante più persone possibili è una delle cose che può tornare più utili nella vita, dal lavoro al sapersi far amico quel brutto ceffo che sta spesso sotto casa in atteggiamenti “ambigui”. In due parole: sapersi relazionare con chiunque è sopravvivenza e crescita. Dopo tutto, non siamo animali sociali?
Fare attività extra curriculari
Sicuramente saper sviluppare il polinomio di Taylor in più variabili, esporre il ciclo di Krebs davanti a quel prof dallo sguardo poco carino e coccoloso o ricordare perché la Guerra dei Trent’anni abbia inciso sull’assetto internazionale per almeno 400 anni sono fattori che potrebbero determinare il nostro successo nella carriera accademica e, perché no, ambire ad un 110 e lode di tutto rispetto. Ma pensate che a quel datore di lavoro importi solo questo? A meno di mestieri iper specifici, non prenderesti pure te per pazzo un potenziale datore di lavoro che ti chieda di sviluppare un Taylor al colloquio? La verità è che ad un datore di lavoro interessa più la tua capacità di saper risolvere problemi, di saper vendere bene la filosofia aziendale a qualsiasi agente esterno, di saper lavorare in gruppo (ahi, quanto tornano queste relazioni interpersonali). In due parole, a quella persona che ti riempirà di domande interessa quanto tu possa levargli magagne dalla testa, in modo da potersi concentrare sull’insieme dell’azienda. Se tu fossi un datore, assumeresti una persona da seguire 8 ore al giorno o una persona che magari ti fa crescere il fatturato annuo del 10% ? Fare volontariato, rappresentanza studentesca, scrivere su testate studentesche o ualsiasi cosa che ti permetta di mettere in pratica ciò che studi o di scoprire nuovi ambiti è un tassello fondamentale degli anni universitari. Si tratta di imparare ad interfacciarsi con le infinite problematiche della uotidianità. Del resto, scorrendo le biografie di molte persone di successo, l’essere stati sempre attivi oltre la formaione è una costante? Perché non provare a vedere se nella tua università esistono associaioni affini ai tuoi valori od interessi?
Praticare uno sport di cui siamo curiosi
Che fare sport sia un aspetto fondamentale di una vita salubre è cosa nota e non ha molto senso ribadirla. Ma, chi non ha mai avuto curiosità di praticare uno sport e magari, durante la scuola, non ha potuto per la distana da dove si praticasse oppure perché è uno sport poco seguito e uindi diventa pure difficile capire dove farlo? Inutile avere rimpianti se si ha il tempo oggi di provare. Non saranno uelle 5 o 6 ore settimanali a pregiudicare il tuo 30 nella materia più ostica, che magari capita di spendere comunue in cose non produttive. Asseconda le tue curiosità.
Viaggiare
Viaggiare è un altro tassello fondamentale. L’ideale è farlo in posti diversi da casa propria, dove non si capisce nulla della lingua e le persone ti sembrano strane. Ecco, semplicemente stai scoprendo che il tuo modo di pensare, o uello della tua terra è solo una piccola fraione del mondo intero. E si sa che ogni cultura ha le proprie peculiarità, che siano piacevoli o meno (sempre secondo la propria esperiena soggettiva). Sicuramente il risultato è imparare a vedere le cose da altri punti di vista. Dunque, se ti capita di sapere di uel bando dell’università per andare a fare uel progetto chissà dove, di sapere di uella associaione che fa progetti ovunue, o semplicemente hai del denaro in più da spendere, parti. E se ti capita, prova anche da solo. Ti ritroverai a parlare con gente da uel paese che pensavi fosse stato inventato per l’interrogaione di geografia delle medie a fare cose che neanche pensavi fossero nella realtà.
Uesti sono solo alcuni consigli. Il concetto di base è riassumibile nel fare uante più cose nuove e di conoscere sempre nuove situaioni diverse e di assecondare le proprie curiosità.
Se sei finito fin qui è perché evidentemente avevi queste domande nella tua testa. Dunque, perché non condividere questo articolo ad una persona che conosci che sta iniziando l’università o che sai che vuole ampliare la propria formazione oltre i libri e le lezioni?