Cosa vi viene in mente quando sentite parlare del Messico?
Non è difficile immaginare come la maggior parte delle persone associ questo paese alle sue coloratissime tradizioni: dai Marriachi messicani, i gruppi musicali i cui membri si caratterizzano per le vesti particolari e il tipico sombrero, all’usanza della pignata, tipica delle feste di compleanno, fino al “dìa de los Muertos” la festa dei morti, con i suoi singolari festeggiamenti e i suoi calaca, i coloratissimi teschi, usati come decorazione durante la festa, considerati gioiosi e non macabri.



Il patrimonio naturale e storico è un altro punto a favore del meraviglioso Paese Latino: paesaggi tropicali, spiagge da sogno e rovine Maya, che ci lasciano fantasticare sulla antica civiltà perduta.

Ma il Messico è solo questo?
Purtroppo La criminalità in Messico è uno dei problemi sociali più preoccupanti della storia recente messicana e, in generale, dell’intero continente americano.
L’aggravarsi della violenza dei cartelli della droga ha portato ad una situazione di destabilizzazione democratica e parziale collasso delle attività delle forze dell’ordine, in concomitanza a un aumento esponenziale dei crimini violenti. Ad oggi i narcotrafficanti messicani giocano un ruolo importante nel traffico di stupefacenti a livello internazionale.

Problema rilevante riguarda anche l’istruzione: il 13% dei messicani è analfabeta; il tasso di frequenza scolastica raggiunge un livello che va dai 4.2 ai 5.5 anni, ossia la media nazionale di istruzione non raggiunge la primaria: Solo il 70% della popolazione tra i 6 e gli 11 anni ha accesso all’istruzione primaria, di 100 bambini che cominciano la primaria solo 12 arrivano al liceo; 4 al diploma,e solo lo 0.4 alla laurea; a questo c’è da aggiungere che il 42% dei bambini diserta la scuola elementare, o primaria, per ragioni di povertà — secondo cifre ufficiali.
L’offerta culturale è quasi nulla e le politiche educative stimolate fino ad ora non soddisfano le necessità della popolazione.
In relazione allo sport non esistono stanziamenti, piani o programmi adeguati che stimolino a canalizzare capacità e potenzialità dei bambini e della gioventù messicana , dando come risultato una inesistente cultura sportiva che porti ad una pratica regolare.

La disoccupazione, l’emarginazione, il difficile accesso a cultura e sport, così come la mancanza di alternative valide di vita, conducono ad un aumento dello stress,alcolismo e utilizzo di droghe, oltre a provocare alti indici di violenza, delinquenza, prostituzione e disintegrazione familiare.
Uno dei settori più emarginati è la popolazione infantile: milioni di bambini sono condannati a sott’impiego e sfruttamento, oltre ad essere vittime di prostituzione e droga, di abusi della polizia e abbandono sociale; si manifestano soprattutto in quelli che vengono chiamati bambini di strada molti dei quali, per queste ragioni, muoiono prima di arrivare all’età adulta.
Lo sviluppo dell’istruzione e l’abbattimento di disuguaglianze sociali, rappresentano due dei diciasette obbiettivi di sviluppo globale cui AIESEC si impegna a raggiungere mediante i propri progetti di volontariato.
A tal proposito, due sono le tipologie di progetto, che vedono come protagonisti i bambini di numerose scuole o enti locali messicani, volti ad orientare i suoi piccoli destinatari ad un futuro migliore: “ sharing coltures” ed “empowering orphanage”. Entrambi progetti prevedono lo sviluppo di lezioni o attività volti a sensibilizzare i bambini su tematiche sociali o ad approcciarsi ad una cultura e un sapere differente dal proprio. Crediamo che la strada del miglioramento possa essere intrapresa anche cominciando con piccoli passi e sopratutto da chi quei passi sta iniziando a muoverli per la prima volta.
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