Solo in aeroporto, quando per passare il controllo passaporti ci metto la metà degli altri. E’ davvero tutto qua quello che essere Europei significa per un/a italiano/a?
Trentatré anni fa, il 9 maggio, si tenne a Milano un vertice in ricordo della dichiarazione di Schuman. Il politico francese nel 1950 presentò un piano di cooperazione europea ideato del collega Monnet. Da 33 anni la giornata del 9 maggio è il giorno dell’Europa, la festa dell’unione. Ma in Italia la festa non è sentita, nonostante le istituzioni organizzino eventi. Ma qual è il livello di consapevolezza nell’ italiano medio? Un livello molto basso. Questo anche perché noi Italiani difficilmente ci sentiamo “Europei”, a differenza dei cittadini tedeschi o inglesi perfino.
Quali sarebbero i rischi di perdere un’unione tanto consolidata e importante sul piano mondiale? Certo molti accordi, sopratutto economici, sono scomodi e debilitanti e per alcune aree dell’industria Italiana non è facile adattarsi alle direttive europee. In fondo ci sono molte differenze tra gli Stati membri. Da giovane studentessa penso però alle moltissime facilitazioni che abbiamo all’ interno dell’unione per scambi universitari, trasporti, intrattenimento … Ai fondi europei che in molti campi portano una ventata di aria fresca. Poi penso agli scambi commerciali, senza dazi e tutelati, e alle garanzie che l’ Europa ci offre in termini di igiene alimentare e sanità garantita ai cittadini di stati membri… Sicuramente uscire da queste facilitazioni comporta una grandissima sfida di indipendenza per qualsiasi Stato.

Ad oggi varie correnti politiche, in tutti gli Stati, ritengono l’uscita dall’ Unione Europea un’opzione valida. Ma come già detto questo sarebbe attuabile solo con un enorme sforzo da parte del Paese. Ad oggi, in ogni caso, Regno Unito a parte, le intenzioni verso questa direzione non sembrano essere considerabili. I legami e gli obblighi tra gli stati membri sono troppo stretti per essere sciolti e spezzati nel giro di poco tempo. L’unica nota dolente è il sentimento anti-europeo che inizia a farsi strada, anche tra i giovani.
Non è un contro senso? In fondo se l’ Unione Europea è stata creata è, sì, per interessi economici di tutte le parti, ma anche per salvaguardare le future generazioni da crisi di grave entità. L’ Europa ci tutela, e aiuta in quasi tutti gli ambiti economici, certo poi la politica italiana nella sua complessità coopera in un modo particolarmente “italiano”…
“Europe: united in diversity” — ”Europa: uniti nella diversità”
Ma quindi qual è il futuro dell’ Unione Europea? Dove stiamo andando? Sicuramente c’è bisogno di consolidare i rapporti, a livello locale e nazionale. Ridare valore all’ Unione e sottolineare i benefici che essa ci porta. Tutto inizia dai giovani, dai ragazzi che viaggiando e conoscendo le varie realtà impareranno ad apprezzarne i vantaggi. AIESEC fa il possibile per avvicinare i giovani europei, e renderli “ uniti nella diversità”. Scopri come e dove qui
Buona Festa dell’Europa!