Mi chiamo Michela Contarin, ho 26 anni e attualmente sono presidentessa di AIESEC Italia, che conta più di 500 membri e 1500 scambi su tutto il territorio italiano.
“We enable young people to develop their leadership through learning from practical experiences in challenging environments”.
Ho passato oltre 6 anni all’interno di questa associazione, mi sono chiesta tante volte cosa volesse veramente dire “LEADERSHIP” e, dopo molto tempo, dico che Leadership è una scelta costante. È essere consapevoli di sé stessi, consapevoli di ciò che ci circonda ed essere in grado di “incastrarsi” nell’ambiente circostante nel modo più utile, positivo e sostenibile possibile. Leadership è l’essere consapevoli che, come scriveva John Donne, “Nessun uomo è un’isola, completo in se stesso; ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto”, è quindi decidere di sforzarsi ad avere sempre un occhio di riguardo verso le persone che abbiamo attorno, non importa che esse siano dei nostri dipendenti, compagni di team, amici, familiari o dei totali estranei. Ma personalmente penso che la parte più difficile, e per questo più significativa, sia quella di decidere e di riuscire a far rispecchiare i propri valori nelle parole e nelle azioni concrete, piccole o grandi che siano, giorno per giorno.
Non mi sono mai troppo soffermata su challenging environments”
Poiché qualsiasi ambiente, qualsiasi situazione poteva rivelarsi stimolante. Oggi leggo questo “challenging” con occhi diversi: il COVID-19 ha colpito anche la nostra realtà e ci ha messo di fronte a sfide che nessuno mai si sarebbe immaginato, ad assumerci grandi responsabilità, a prendere importanti decisioni e a fare scelte molto difficili.
Essere leader di un network di oltre 500 membri e 2000 scambi all’anno vuol dire principalmente prendere molte e importanti decisioni molto più spesso, molto più velocemente, provando a rimanere il più razionale, lucida e attenta possibile verso i più diversi stakeholders. Credo sia abbastanza ovvio dire che non fossi preparata per una situazione del genere, ma nessuno al mondo lo era, non sono speciale. Tutto il mio team, tutti i presidenti dei comitati locali presenti in Italia si son ritrovati di fronte a delle responsabilità enormi, decisamente diverse da quelle che si aspettavano quando hanno preso queste posizioni di leadership. Essere il leader di questa bellissima organizzazione “ai tempi del coronavirus” vuol dire assicurarsi di essere sempre informati e che tutti lo siano, in modo tale da poter prendere le decisioni basandosi sulle metriche più giuste e significative: i dati corretti, la sicurezza dei nostri membri, volontari e collaboratori, i nostri valori e la sostenibilità sul lungo periodo. In un momento nel quale è quasi naturale lasciarsi guidare dal panico e dall’irrazionalità è stato per noi fondamentale agire nel modo più lucido e coerente possibile con le direttive ufficiali.
La prima cosa che abbiamo fatto è stata assicurarci che tutti i volontari internazionali presenti sul territorio e tutti i volontari o tirocinanti italiani che si trovavano all’estero fossero al sicuro.
Durante queste settimane ho dovuto prendere tante decisioni, alcune delle quali veramente molto difficili, come tagliare quattro persone dal mio team, interrompere tutti i nostri scambi internazionali (almeno) fino a settembre e fermare tutte le nostre attività per scambi futuri fino a quando non sapremo quando sarà sicuro ricominciare a viaggiare.
Tutto questo, ovviamente, ha portato AIESEC Italia a rivedere il proprio budget e a fare dei tagli dir poco drastici e sostanziali per garantire la sopravvivenza e la sostenibilità della nostra organizzazione, cambiando drasticamente il nostro modo di agire e lavorare: non posso non dare merito alla responsabile nazionale in campo finanziario, legale e amministrativo, Chiara Proietti, che è riuscita a guidarci tutti verso la direzione più giusta e coerente con il contesto attuale.
AIESEC Italia sta facendo il possibile per fare sempre e comunque la cosa giusta: continuare a sviluppare la leadership che mai come in questo momento è necessaria per il nostro Paese e non solo.
Credo fermamente che il nostro network sia fatto da persone che si stanno dimostrando dei modelli per molti altri giovani e non. Ed è tutto questo a darmi forza ogni giorno: vedere come il mio team si stia reinventando e stia lavorando instancabilmente per supportare tutto il nostro network e tutti i nostri stakeholders, vedere come tutti i membri di AIESEC Italia siano più attivi che mai e, vedere e sentire la vicinanza dei miei colleghi di altri Paesi, della mia famiglia e dei miei amici. In generale, vedere come l’intero Paese stia reagendo a questa crisi, dalle gare di solidarietà, agli applausi e le canzoni sui balconi per supportare tutti coloro che sono in prima linea a garantire la sicurezza di tutti, vedere come la stragrande maggioranza della popolazione sta effettivamente seguendo le direttive rimanendo in casa, per il benessere proprio e degli altri.
Ovviamente ci sono dei momenti difficili, non lo nego, ma molte persone hanno riposto la loro fiducia in me più di un anno fa, ed è prima di tutto un privilegio avere questa responsabilità.
E quando mi chiedono come veda AIESEC Italia fra tre anni, posso dire con sicurezza che sarà ancora più grande e rilevante, magari diversa, ma so di per certo che i valori e fondamenti che le hanno permesso di crescere ed espandersi in questi 65 anni e che la contraddistinguono ora non cambieranno. Sarà sempre fatta da giovani che vogliono fare qualcosa di concreto e pratico per migliorare il nostro Paese e tutto ciò che ci circonda.
Vorrei concludere facendo un ringraziamento particolare al team nazionale di AIESEC Italia e tutti i presidenti dei comitati locali che mi supportano costantemente e stanno lavorando incessantemente per il bene della nostra organizzazione, dei propri cari e del nostro Paese. È un onore poter lavorare con voi!
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