Mi chiamo Alexandra Robinson. Sono la presidentessa di AIESEC a livello globale, la più grande organizzazione giovanile con lo scopo di sviluppare la leadership nelle nuove generazioni attraverso opportunità di volontariato internazionale e tirocini all’estero.
Lo scorso anno, questo ha significato girare il mondo per rappresentare oltre 80.000 ragazzi e ragazze di oltre 110 paesi, che hanno preso parte agli scambi interculturali attraverso AIESEC, o hanno creato queste opportunità in qualità di membri dell’organizzazione.
Ultimamente, questo ha significato video chiamate, in cui la frase più utilizzata era: “ciao,mi senti?”.
Ho 26 anni, e ora sto guidando un’organizzazione internazionale che sta affrontando una pandemia.
Come ci si sente a vivere durante una pandemia? Penso che sia diverso per ognuno di noi…
Come ci si sente a gestire un’organizzazione durante una pandemia? Penso che sia diverso a ogni ora del giorno…
António Guterres, l’attuale Segretario Generale delle Nazioni Unite, ha definito il COVID-19 “il più grande test” che l’umanità abbia mai affrontato dalla Seconda Guerra Mondiale.
Sono entrata in AIESEC come membro nel 2012. Per gli scorsi 8 anni, mi hanno detto, ho ascoltato, e ho raccontato ad altri di come AIESEC sia nata in risposta alla Seconda Guerra Mondiale, proprio come le Nazioni Unite, con l’ambizione di prevenire simili conflitti.
AIESEC è stata fondata esattamente per questi momenti della storia dell’uomo. Una pandemia non ci impedisce di essere AIESEC, ma è invece il momento nel quale possiamo realmente agire come AIESEC, un’organizzazione che lavora per la pace e il pieno sviluppo del potenziale umano.
Quando penso alle storiche crisi di AIESEC, che mi sono state raccontate dai nostri membri e alumni durante gli anni, le penso come sfide di cui avevamo bisogno per essere forti abbastanza per affrontare la sfida più grande di tutte: oggi.
Gli scorsi settant’anni di AIESEC erano solo una prova, oggi c’è il vero esame.
Polonia. Il 14 Marzo 1980, un aereo si è schiantato poco prima di atterrare a Varsavia On 14 March 1980, nessun sopravvissuto. Sul volo erano le 6 persone che componevano il team nazionale di AIESEC in Polonia, e nell’epoca pre-internet, queste persone portavano tutta la documentazione degli scambi internazionali che la Polonia era riuscita a organizzare durante una conferenza internazionale di AIESEC. In un istante, i presidenti dei comitati locali in polonia hanno dovuto farsi avanti, formare loro stessi un team nazionale e gestire l’organizzazione. Oggi, AIESEC in Polonia va avanti..
Sudafrica. Durante l’apartheid, i circa 50 anni di segregazione razziale istituzionalizzata, i campus universitari erano divisi tra “bianchi”, “neri” e “meticci”. Dalla sua fondazione AIESEC in Sudafrica ha lavorato in tutti questi campus, rifiutandosi di compromettere i valori di AIESEC per via delle pressioni esterne imposte dall’apartheid. Oggi AIESEC in Sudafrica va avanti.
Stati Uniti. immediatamente dopo la crisi economica derivata dallo scoppio della bolla Dot-Com avvenuta negli Stati Uniti a fine anni ’90, il team nazionale di AIESEC ha dovuto riunirsi, sedersi in cerchio e decidere chi sarebbe rimasto e chi avrebbe dovuto lasciare il team a New York. I 10 anni successivi, in cui il team si sarebbe ripresa, sarebbero stati conosciuti come “gli anni bui”. Oggi, AIESEC negli Stati Uniti va avanti.
Nepal. Il 15 Aprile 2015, un devastante terremoto ha scosso il Nepal. Nei postumi del terremoto, ai volontari di AIESEC nel paese sono stati offerti voli per tornare nei loro paesi, ma molti hanno scelto di rimanere. Una serie di progetti di volontariato sono stati chiamati “Ricostruire il Nepal”, e Molti più volontari sono arrivati nel paese rispetto agli anni scorsi. Oggi, AIESEC in Nepal va avanti.
Nessuno di questi eventi è comparabile in scala alla crisi globale che stiamo affrontando oggi, eppure all’epoca parevano insormontabili. Nonostante tutto, AIESEC è andato avanti.
Cosa mantiene un’organizzazione gestita interamente da giovani e per lo più volontari, attiva e coerente per 72 anni? Chiedete agli AIESECers degli scorsi settant’anni e proveranno a descrivervelo con le loro parole, ma oggi, come organizzazione, la chiamiamo leadership nei giovani.
Crediamo che la leadership sia la soluzione fondamentale, e che questa possa essere sviluppata in tutti.
Nel 1953, solo 5 anni dopo la fondazione di AIESEC, l’annuale Congresso Internazionale si tenne a Norimberga, in Germania. Il rapporto ufficiale del Congresso internazionale include un articolo sull'”Ottimismo di AIESEC”.
“Sappiamo che non ci sarà esitazione in ciò che farà AIESEC, nonostante la tremenda pressione su ognuno di noi”.
L’articolo è rivolto a quella che è “indubbiamente la qualità migliore” di AIESEC: la “la forza di volontà e la capacità di cooperare come un unico gruppo internazionale” composto da giovani.
Il vero valore di un AIESECer lo si dimostra da ciò che riesce a fare nei momenti difficili. “Le sfide, dopotutto, richiedono impegno”.
Nel 1948, dopo due guerre mondiali, un gruppo di giovani si riunì, e sicuri che la comprensione interculturale fosse la chiave per prevenire simili conflitti, fondò AIESEC.
Nel 2020, AIESEC va avanti.